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Venerd 17 Novembre - Giornata mondiale del Gatto Nero

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LUPÉN THE CAT
Il mio stupendo gatto nero, ladro.

Pre-saggio.

Avverte Paul Hindemith che: “La musica sotto qualsivoglia suono o struttura si presenti, non è altro che rumore senza significato finché non raggiunge una mente capace a riceverla”…

MIA – A – U
MI- I- I –AU
MIAU
MI- I- I –AU
MIAU
MIA-U
MIA – A –A –U
MI-a-U, MI-a-U, MI-A-U,
MI – AU- AU- AU- AU
MI –I-I-I- A aaU
MIAU
MI-a-U, MI-a-U, MI-A-U,
MI – AU- AU- AU- AU-AU- AU-AU-AU MI –AU
MIA-A-A-A-aaU
Mi-i-i-i-i-i-i–au
Mia-aaaaaA-U
Mia-A-A-U
Mi-iiiiiiiiiiiiii-AU
MIA-A-A-A-aaU
Mi-i-i-i-i-i-i- au
MIA-A-A-A-aaU
Mi-i-i-i-i-i-i –au
MIA-aaaaaaaaaaaaaaaaaaa-U
MI-I-I-AU !!
MIAU …
(G. Rossini - “Duetto buffo di due gatti”).

Ed eccoci qua, disposti ad ascoltare la voce del nostro gatto trasformata in un linguaggio ruvido che lascia ‘pres-agire’ una certa insolenza. È quella del mio Super-Gatto Nero che adesso si aggira altezzoso attorno alla mia scrivania mentre vi sto scrivendo, sebbene non sia proprio certo che ignori del tutto che stia parlandovi di lui. Sì proprio così, Arsenio Lupén, che a ragione ho chiamato come il famigerato ‘ladro gentiluomo’ dei romanzi di Maurice Leblanc, solo perché come quello ruba per un ‘vizio di forma’, che non stento a definire ‘verosimile’ quanto ‘straordinario’, per quanto definirlo un gentiluomo, avrei qualcosa da ridire. Sempre che ciò non vi procuri alcun ripensamento sull’identità del vostro ‘adorabile’ compagno di vita, colui o colei cui riservate coccole affettuose più che a vostro marito e/o all’amate di turno, senza considerare che lui, il vostro gatto, come tutti i gatti che si rispettino, impiega l’arte della seduzione tipica del cicisbeo, per farvi intendere che in qualche modo vi appartiene, dissimulando una individualità pressoché egoista, potenzialmente dispotica, da lasciare all’occorrenza il segno. E che siate un amabile mentore o un asociale ossimoro, che apparteniate alla categoria antropologica degli umani e non a quella felina del suo entourage, sappiate che è inutile, con lui non si fanno carte, e che sia un graffio o una zampata collerica, statene certi, prima o poi arriva eccome. Come pure se non intende rispondere di proposito ad ogni vostra interlocuzione, non lo fa e basta, e non perché gli manca la parola, ma perché preferisce comunicare proponendosi con lo sguardo fisso nel vuoto, indifferentemente. Del resto lo sapete bene, ogni gatto ha la capacità straordinaria di starsene per proprio conto sfoderando un ozio altezzoso, che definirlo ‘da impunito’ è dir poco. Lui finge, vi spia, vi sorveglia, osserva ogni minimo movimento, sospetta di ogni rumore, di ogni minimo spostamento d’aria, avverte il vostro umore e ne fa uso, pronto a racimolare anche le briciole della vostra in-esistenza e che, all’occorrenza detiene come legittimità di appartenenza ‘regale’, impugnandola quale scettro della sua indole di despota. Solo allora vi accorgete di non avere più scampo, ammettetelo, da quel momento vi ha in pugno, comanda lui, siete soggetti ai suoi dettami. Proprio come il mio Lupén, anche il vostro ‘amore impossibile’, prima o poi approfitta della vostra subordinata, antropica moralità, per sottomettervi definitivamente e che, a lungo andare…

… vi addomesticherà.


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